8. Boca Chica e ritorno a Las Terrenasgiovedì 17 novembre 2011
Vicino a Santo Domingo si trova la ridente cittadina di Boca Chica che consiglio ai vecchietti dallo spirito arzillo. Lì troverete di tutto e se avete dagli ottant’anni in su una badante (indigena del posto) sarà sempre pronta ad aiutarvi per esaudire i vostri desideri.
Le spiagge sono belle, tutto è bello a Boca Chica, ma attenzione ai poliziotti… sempre pronti a cogliervi in flagrante, comportatevi bene e nulla vi accadrà, parola dell’Anticristo.
Dopo aver visto la ridente cittadina di Boca Chica facciamo ritorno a Las Terrenas.
Video: ritorno a Las Terrenas 7. Viaggio a Santo Domingomartedì 15 novembre 2011
Durante la mattina decidiamo di partire in automobile per Santo Domingo e, dopo un viaggio durato circa tre ore, giungiamo nella capitale dominicana. Ad attenderci un nostro caro amico che ci guida per alcune vie della città. Visitiamo la zona coloniale e riceviamo una serie di informazioni che ci confermano che questa è veramente la repubblica dei miracoli.
Informazioni utili per il viaggiatore
Il viaggiatore deve sapere che se noleggia un’automobile deve avere con sé una fotocopia del passaporto e almeno 1.000 pesos (circa 20 euro). Nel caso si venga fermati dalla polizia locale per un controllo, esibire la patente e copia del passaporto (mai l’originale: non si deve rischiare che il proprio passaporto venga ritirato). È molto facile venir fermati dalla polizia locale per un controllo, in quanto le paghe dei poliziotti – come quelle di tutti i dominicani – sono molto basse e ogni poliziotto cerca in qualche modo di ‘arrotondare’ più che può. Pertanto, il poliziotto di turno, cercherà di trovare qualsiasi cavillo pur di farvi la multa… multa che non farà mai, poiché il suo fine è quello di ricevere un obolo dal turista. Dategli dai 500 ai 1.000 pesos e vi lascerà andare con la sua benedizione.
Caso eccezionale (tipo il mio)
Nell’eventualità che la vostra patente, in Italia, sia stata ritirata (solo perché avete bevuto qualche goccia di alcool in più) sappiate che nella Repubblica Dominicana non ci sono problemi. Tramite un vostro amico noleggiate un’automobile e guidatela pure voi. Nel caso veniate fermati per un controllo, esibite la copia del passaporto e giustificate la mancanza della patente dicendo che l’avete dimenticata in albergo. Allungate rapidamente i 1.000 pesos e vedrete che andrete via felici e contenti.
Caso estremo
Il viaggiatore deve sapere che se, malauguratamente, si trovasse coinvolto in un incidente automobilistico – non conta se ha ragione o torto – deve mantenere il controllo di se stesso e pagare, pagare, pagare. Nel caso venisse colto da rabbia incontrollabile oppure non avesse denaro sufficiente, verrà sicuramente arrestato. A questo punto gli rimangono due opzioni.
Caso A – Il prigioniero deve avere qualche amico che provveda a fargli pervenire del denaro che gli consentirà i seguenti privilegi. Acquisto di una semplice cella per 9.000 pesos, acquisto di una super-cella con tutti i comfort per 200.000 pesos. Inoltre non correrà il rischio di subìre furti dall’esterno (nella Repubblica Dominicana i furti sono all’ordine del giorno), in poche parole la sicurezza è garantita 24 ore su 24. Infine, un altro privilegio è quello che, durante la notte, potrà tranquillamente uscire dalla cella, girare per la città e condurre tutti i suoi affari notturni. Attenzione! Il prigioniero, nella prima mattina, dovrà rientrare in carcere.
Caso B – Se il prigioniero non ha denaro, si faccia il segno che vuole o si voti a chi vuole, ma comunque non gli resterà altro che morire, poiché da lì non uscirà mai più… neppure il cibo e l’acqua vengono assicurate al carcerato senza una forma di pagamento.
Santo Domingo: la sede del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato
La sede del figlio di Cristoforo Colombo
6. Mister Piattolamercoledì 9 novembre 2011
Da un po’ di tempo ero in corrispondenza con un italiano che voleva incontrarmi a Las Terrenas, per trattare alcuni affari. Oltre ad essere l’Anticristo, mi diletto nella ricerca del petrolio, dell’oro e dei diamanti, tanto che posso definirmi come il primo petromante, oromante e diamante.
E venne il giorno… e Mister Piattola venne a noi. Non lo sapevo, ma avrei incontrato un individuo che, a buon diritto, può essere definito come una “piattola”.
Verso l’ora di pranzo giunsero al nostro hotel due persone. Uno sembrava riversare in uno stato catatonico, mentre l’altro – Mister Piattola – parlava continuamente, un logorroico, così, non l’avevo mai visto. Inoltre, mentre parlava, girava continuamente la testa da destra verso sinistra e ciò mi ricordava un cane da tartufo, non solo: quando gli parlavo sembrava totalmente assente, perso completamente nei suoi pensieri. Di affari, questo individuo non ne capiva proprio nulla, il suo unico scopo era quello di andare a mangiare quanto prima… e ciò mi irritò lievemente. Mister Piattola non lo sapeva, ma era caduto proprio male: il giorno prima avevo eliminato un’entità negativa, ma non avevo ancora eliminato la corrente energetica che la sosteneva e la lieve irritazione cagionatami determinò lo scaricamento di tale energia sulla sua automobile, e più precisamente gli fece scaricare la batteria. Non solo: il suo amico, che riversava in stato catatonico, preso da raptus di follia gli urlò più o meno le seguenti parole: «È dall’inizio di questa vacanza che mi rompi i coglioni continuamente! Non ne posso più! Questa è la vacanza più di merda che abbia fatto in vita mia!», e Piattola: «Non alzare la voce…». Io, Francis e Richard non ne potevamo più dal ridere, ma non lo dimostravamo.
Vedemmo Piattola convinto di poter spingere l’automobile per metterla in moto, cosa impossibile per una macchina con il cambio automatico; un gruppo di indigeni del posto, vedendo le sue manovre, si sbellicava dalle risa, e poi Piattola raggiunse la sua apoteosi. Convinto di poter trattare l’acquisto di una batteria con gli indigeni del posto, faceva strane manovre per dimostrare che aveva pochi soldi, poi si nascondeva, estraeva il portafoglio e contava i suoi soldini di nascosto, mentre il suo amico diceva «Pago tutto io, pago tutto io».
Finalmente, dopo tre ore, venne cambiata la batteria dell’automobile e assieme a Piattola e al suo amico ci recammo in un noto ristorante di Las Terrenas. Qui venni a sapere, dall’amico di Piattola, che alloggiavano in un residence di Costambar (Puerto Plata) dove di notte non c’era neppure l’elettricità. L’amico di Piattola mi disse che cercava un po’ di vita notturna e che là non c’era proprio nulla. Allora gli dissi: «Vai a Sosúa, lì troverai il Passion’s club». Gli occhi di lui brillarono di luce, la vita sembrò rifluire nelle sue vene, si sentiva ormai libero dal malefico influsso di Mister Piattola… anche l’Anticristo ha un cuore.
Al ristorante: Frank e Richard mentre osservano Mr. Piattola
5. Ritorno a Las Terrenasdomenica 6 novembre 2011
Dopo la discesa agli Inferi decisi, assieme a Richard e a Francis, di ritornare a Las Terrenas. Alla stazione delle corriere attendiamo la guagua, un pullman locale. Lì veniamo a sapere che di domenica il pullman non presta servizio. Ci sono soltanto le guagüitas, pulmini che solitamente possono trasportare, al massimo, dodici persone… ma la Repubblica Dominicana è il paese dei miracoli, infatti ci fanno salire sul pullmino in sedici, pressati uno sopra l’altro. Inizia così un viaggio di ritorno che si presenta come un incubo. Dopo una cinquantina di chilometri – dove l’autista con la mano destra tiene il volante e con la sinistra un rotolo di banconote che continuamente conta – veniamo scaricati e fatti salire su un’altra guagüita. Percorso un certo tratto l’autista è costretto a fermarsi, viene riscontrata la rottura della cinghia di trasmissione del mezzo. Ci troviamo, così, in un territorio a noi sconosciuto, verdeggiante, su una strada disastrata; alcune automobili rallentano, ci passano accanto e si allontanano. Non ci sono solo veicoli di locomozione che transitano sulla strada; vediamo pure passare dei cavalli e una persona che su un motorino trasporta un maiale, ma la cosa più incredibile è quando vedo, in lontananza, uno strano automezzo, basso, sembra quasi un’automobile di Formula 1… in quel momento, per un attimo, penso di avere le allucinazioni. Richiamo l’attenzione di Richard e Francis per osservare lo strano mezzo in arrivo. Dopo qualche secondo ci passa vicino un veicolo mai visto, una specie di automobile da corsa (tipo Formula 1) fatta in casa, incredibile ma vero: un veicolo raso terra sfreccia su una strada disastrata.
Nel frattempo, scopriamo che uno dei passeggeri a bordo della guagüita è un meccanico con attrezzi di lavoro, siamo davvero nel paese dei miracoli e ciò ci consente, dopo mezz’ora, di ripartire. Percorsi circa cinquanta chilometri veniamo scaricati e fatti risalire su un’altra guagüita, che riparte lentissima. L’unico tratto di strada decente viene percorso a 40 km/h, con un autista che, continuamente, suona il clacson… a chi, non si sa! Infine ci aspetta l’ultima tappa, scendiamo dalla guagüita per salire su un’altra, e intraprendiamo l’ultimo tratto di strada che ci porterà a Las Terrenas.
4. La Passione dell’Anticristolunedì 31 ottobre 2011
Durante la mattina decidiamo di partire in automobile per Sosúa – ridente cittadina della Repubblica Dominicana – e, dopo un viaggio durato circa tre ore, giungiamo in prossimità di Cabarete, ad una quindicina di chilometri dalla nostra meta. Qui mi accorgo che la lancetta dell’acqua segnala il surriscaldamento del radiatore. Ci fermiamo e, grazie all’aiuto di un indigeno del posto, aggiungiamo dell’acqua al radiatore e aspettiamo che si raffreddi.
Dopo qualche ora riprendiamo il viaggio ma ci accorgiamo che il danno è abbastanza serio. Percorsi gli ultimi chilometri giungiamo a Sosúa, fermiamo la macchina, telefoniamo al noleggiatore e gli spieghiamo l’accaduto, invitandolo a venirsi a riprendere l’automobile.
A Sosúa inizia quello che potrei definire come «l’anticalvario dell’Anticristo», la Passione dell’Anticristo, che può essere ben rappresentata, figuratamente, nelle immagini riprodotte qui sotto.
Festa di Hallowen – Passion’s club exclusive
L’arresto dell’Anticristo
Il processo all’Anticristo
L’Anticristo incontra il Diavolo (Lilith)
… e pronuncia la fatidica frase (non «Padre… perché mi hai abbandonato?»): «Madre… prendimi!»
La discesa agli Inferi dell’Anticristo
La Lussuria
Il girone infernale dell’Anticristo
3. Brujo e Zombisabato 22 ottobre 2011
Dopo esserci sistemati in Hotel affittiamo un’automobile e di sera ci rechiamo un noto locale del luogo. Lì veniamo a conoscere una ragazza haitiana che riconoscendo il mio anello, come un oggetto di potere, mi mostra il suo, regalatogli da suo nonno, potente brujo rosso di Haiti, morto anni prima. Il giorno seguente incontro, nuovamente, la ragazza (medium). Ella mi spiega che esistono tre livelli di brujo: i bianchi, i neri e i rossi. Questi ultimi sono i più potenti. Gli chiedo degli zombi e lei mi rivela delle conoscenze che mai sono state messe per iscritto.
Vengono tratti zombi dai vivi e dai morti, quelli morti si riconoscono perché puzzano di cadavere. C’è un interessante mercato di zombi dopo il terremoto, il costo è a ribasso. In pratica, se viene deciso che qualcuno venga trasformato in zombie, gli viene soffiata in faccia una polvere magica (questa polvere contiene il veleno del pesce palla), quindi gli viene tagliato un pezzo di lingua, affinché non possa parlare come una persona normale. Di giorno lo zombie è un individuo che non tollera la luce solare, i suoi movimenti sono lenti, la sua volontà annullata; invece di notte lo zombie viene attivato, tramite una polvere magica, per i lavori manuali. Ogni famiglia che si rispetti ha almeno uno zombie-lavoratore. Allo zombie viene somministrata, più volte la settimana, la polvere magica e viene scelto un giorno affinché entri (per 24 ore) in uno stato di catalessi. Il mistero più grande concernente gli zombi riguarda la loro morte… lo zombie, essendo già morto, non può morire e tutto quello che si sa è che lo zombie scompare nel nulla, diventando oggetto di culto.
Durante la notte, in stato di sogno, mi trovo in una situazione in cui un brujo mi arriva alle spalle e mi punge il fianco sinistro con una specie di siringa, mi sposto velocemente fuori della sua portata e, durante la notte, respingo altri tre influssi energetici. Alla mattina, appena sveglio, capisco che, tramite l’anello d’oro della medium, sono entrato in contatto con il potere personale di suo nonno (brujo) e quindi con la corrente rossa.
Dopo qualche ora ci rechiamo in un noto caffè per fare colazione. All’improvviso appare un vecchio, a cui non diamo ascolto. Subito dopo, il vecchio si mette dietro a me e punta il suo sguardo su Francis, dicendo qualche strana parola. Poi ci chiede da fumare e Richard gli dà una sigaretta. Il vecchio inarca la schiena mentre aspira il fumo della sigaretta, ma un bambino ci viene a chiedere qualche cosa, interrompendo l’azione del vecchio. Allora, il vecchio si trasforma, la sua voce diventa potente, e rivolgendosi al bambino gli dice: «Io sono un brujo rosso, mi devi portare rispetto». Il bambino è bloccato, atterrito dalla voce potente dello stregone che, poco dopo, va via. Evidentemente, la corrente energetica rossa ci ha messo in contatto con un brujo rosso.
Qualche giorno dopo, durante la notte, entriamo in contatto con la corrente nera del Vudù che ci cagiona degli strani sogni. Nel mio caso, sognai una donna che emetteva un suono stridulo dietro la mia spalla destra. Poi, il giorno seguente, entriamo in contatto con la corrente bianca che ci produce uno stato di stordimento.
2. Arrivati a Las Terrenassabato 15 ottobre 2011
Giunti a Las Terrenas veniamo portati nel residence I.C., luogo immerso nel verde lussureggiante con piscina e tutti i confort. Ci sistemiamo nel residence e tutto sembra procedere per il meglio. Giunta la sera andiamo a dormire… a mezzanotte in punto un gallo comincia a chicchiriare e continua così per tutta la notte, fino il mattino. In pratica non riusciamo a dormire e ciò accade anche per le altre due notti successive. Al terzo giorno, oramai stressati, decidiamo di andare via dal residence e ci spostiamo all’hotel Madrugada di Las Terrenas.
Playa Cossón (zona Las Terrenas)
Punta Popy (Las Terrenas versante orientale)
Playa Bonita (Las Terrenas, versante occidentale)
1. Partenza per Las Terrenasmercoledì 15 ottobre 2011
Il giorno dodici ottobre 2011 partiamo dall’aeroporto di Venezia con destinazione Santo Domingo (Repubblica Dominicana). Dopo un viaggio di diverse ore giungiamo all’aeroporto di Las Americas (Santo Domingo), ad attenderci un autista italiano. Sistemate le valige nell’automobile ci avviamo in direzione della ridente cittadina di Las Terrenas. Poco fuori dall’aeroporto veniamo fermati da una pattuglia della polizia, uno dei tre poliziotti chiede i documenti all’autista che li esibisce; il poliziotto rileva una piccola irregolarità, un errore fatto dall’agenzia assicuratrice. L’autista spiega che l’errore non dipende da lui, ma il poliziotto punta a farsi pagare, come è d’uso nella Repubblica Dominicana. L’autista non vuole cedere, vuole che gli venga fatta la contravvenzione, ma il poliziotto non vuole fargliela. Dopo una mezz’ora di trattative – dato che l’autista non vuole pagare – il poliziotto ci consente di riprendere il viaggio. Alcuni giorni dopo veniamo a sapere che l’autista – in circostanze misteriose – è stato arrestato.
|